• manifesti futuristi tiemme
  • A cura di
  • Riccardo Roversi
  • prefazione
  • di
  • Roberto Guerra
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  • Siamo contenti di poter presentare questo libro.  Esso infatti raccoglie in veloce sintesi i Manifesti futuristi. Sappiamo bene che uno dei luoghi  comuni di molta critica letteraria (sempre, anche nella migliore delle ipotesi, alquanto pressata...) è stato quello di definire il Futurismo, pur nelle sue lunghe, complesse e diverse fasi, non molto al di sopra del livello di ribalta iniziatoria e/o di provocazione costante.


  • Ora, se vi è della verità anche nell'ipotesi minore, perché altrimenti si sarebbe dovuta realizzare realmente nella vita storica della Nazione italiana (e non solo) l'ipotesi maggiore, ovvero un'autentica rivoluzione sui tanti piani esperiti e su quelli ancor solo affacciati o perseguiti tangenzialmente, cosa forse impossibile per qualsiasi élite culturale seppur importante o decisiva se non parzialmente o solo potenzialmente, dobbiamo sempre ricordarci che l'esperienza futurista marca comunque un tempo enormemente più lungo di qualsiasi altra esperienza avanguardistica (se non quelle a segno statutariamente ideologico). Il genio del Futurismo (ed anche il suo pròblema) consiste nel reiterare, con tagli adattati ad una realtà che cambia in superficie inarrestabilmente, ma in quantità e non certo in qualità  (ormai la qualità è sotto-posta alla quantità) - e questo in consonanza con un intero sistema di valori -  (ad esempio: le cose "lavorate, identitarie e durature" di una vita breve sono diventate le cose "disegnate, fungibili e scadenti" di una vita lunga...) il suo appello, distendendolo tendenzialmente sullo scibile, finché la spinta propulsiva vissuta e gestita con complessità crescente, non tendesse, estenuata, ad esaurirsi, non certo nelle sue ragioni ideali del "secolo XX come secolo - per noi, ovviamente - riassuntivo della modernità", ma nelle sue contestualità geostrategiche, ideologiche, politiche, di pura e materiale potenza, anche se supportata da tutti i più che necessari complotti, inganni e vampirismi dell'immaginario... Questo lo deduco anche perché personalmente credo poco alla cosiddetta post-modernità, ovvero a quel coacervo  interpretativo, modaiolo e bignamesco, su ipotesi confuse e balbettanti, ove sono prese per autentiche novità, il più delle volte ad usum Delphini, i vari sostanziali aumenti di scale della modernità stessa. Nel turbine vorticoso della modernità, non essendosi potuto interrompere il maelstrom a livello globale, è comprensibile, anche se utilmente rimozionale, rubricare l'aggiugersi d'infiniti problemi derivanti da questo stesso grandeggiar delle scale, con una creduta novità. Le stesse due realtà forse dotate di maggiore gradiente autonomo, l'uso reale e potenziale dell'atomica e la pandemonia del numero, sono state messe a rinforzo (si fa per dire...) della modernità e non certo del suo antagonismo, quasiasi esso sarebbe potuto distendersi e rivelarsi in un altro evo ed in un altro sistema, perché nessuno dei problemi è stato realmente risolto ed infiniti altri sono venuti ad aggiungersi. E' con questa osservazione, di scenario, apparentemente tangenziale, che conforto la mia tesi che vede il futurismo, come fattore complesso, ormai quasi congelato in una sua perennità paradossale e mai realmente scaduta, proprio perché mai realmente scadute sono le poste della modernità, non solo per sommatoria ma per elevazione a potenza, da almeno tre secoli... Ritornando al puro versante estetico (...ma avendo squadernato tali orizzonti, ci pare ora quasi una nota a margine...) tutti i campi toccati dai manifesti, qui racchiusi, bastano più di tante riflessioni caute o di tante supponenze roboanti, a dirci quanto la volontà di potenza, nata esteticamente sia riuscita, sempre più di altre, a volte persino più sottili e filosoficamente attrezzate, a mettersi in campo, a giocarsi un ruolo spudoratamente attivo persino a fronte di maggiore rifiuto e di più violenta esclusione...   Sandro Giovannini



qui di seguito la nota editoriale del libro:

  • Avanguardia pura natalizia per Tiemme edizioni digitali (a cura dello scrittore, critico letterario, editore e giornalista Riccardo Roversi). L'ampia eBook collection (tutti classici o classici moderni, a volte veri "rare" storici, circa 70 ormai) si impreziosise ora con una ulteriore  letterale collection dedicata ai famosi manifesti storici di Marinetti e i futuristi.  Manifesti che confermano dopo decenni e decenni  tutt'oggi la loro sorprendente e rivoluzionaria previsionalità artistica, sociale e finanche futuribile.
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  • "Trenta "spregiudicate provocazioni" culturali! In questa antologia sono raccolti i Manifesti Futuristi scritti da Filippo Tommaso Marinetti (talvolta in collaborazione con altri) pubblicati fra il 1909 e il 1941. Dall'iniziale celeberrimo Manifesto del Futurismo del 1909 al Manifesto tecnico della Letteratura Futurista del 1912, dalleParole in libertà del 1913 al Teatro Futurista Sintetico del 1915, dalla Cinematografia Futurista al Manifesto della Aeropittura e così via… leggere per credere. In apertura una preziosa Prefazione del neofuturista Roberto Guerra".