• Mars Iupiter Venus
  • Subito od un poco più in là?
  • A proposito de “Il primo Re”
  • di
  • Sandro Giovannini
  • Ho riflettuto in questi giorni su varie letture de “Il primo Re”, fatte da amici validissimi, con profondità indubbia, con coltissime citazioni, con sapiente riscontro di valori impliciti od espliciti (ovviamente irrintracciabili nei commenti mondani), ma con ben diverse carature di problematicità. Diciamo che alla lettura delle stesse, senza aver personalmente visto il film, sono rimasto, di volta in volta, conquistato da ipotesi interpretative molto difformi quando non addirittura del tutto incompatibili. Fino quasi a fare di me stesso, a me stesso, una banderuola.
  • Ma uno mi potrebbe chiedere - perché non ti sei accertato di persona cercando di farti una tua opinione personale? Al di là di molti filtri che usi spesso e volentieri - non si sa quanto saggiamente o furbescamente - per non (sembrar) cedere subito alle voragini dicotomiche, ci sono molti tuoi interventi scrittorii sui più svariati temi dove tu sembri addirittura pontificare, o possedere una verità certa e comunicabile!?! Questo chiederei a me stesso se potessi farlo. Ma prima di tutto mi chiederei (forse peccando ancor più di snobismo deteriore?) perché son sempre rifuggito - se non proprio costretto - dalla contemporaneità più stretta ed avvolgente e fin dall’infanzia… per cui, ad esempio, un libro od un film non lo userei mai (fuorché quelli degli amici… segretariato alla Noica) nell’attualità (…come un tempo i blue-jeans… ci ho ricavato sopra una mini teoria del tutto scombiccherata), ma quando fosse passato bastante tempo per allontanarli dall’attenzione pressante e riporli, come si potrebbe dire, in una teca, rivisitabile a piacere, ove il saliente di gradimento/disvalore contestuale fosse profondamente attenuato se non del tutto neutralizzato ed offerto ad una valutazione,  inattuale, ancor più meditata. Diciamo pure che ad un ordinario psicologo questo potrebbe apparire come un taglio non-da-guerriero, ma da pedante o d’imbolsito e persino da stitico passionale… Di colui cioè che, per colpa o dolo, non vuole subito prendere posizione, coraggiosamente ed a viso aperto, ed attende tempo e suffragio d’esperienze e contrasto di posizioni spese, sofferte e consumate, per spezzare l’eventuale pane della ragione… per poi, e dopo aver magari molto ponzato, esprimere un parere acconcio. Se avessi un difensore di fiducia, questi potrebbe dire che innanzitutto qui trattiamo di temperamenti, tra i più legittimamente diversi e discutibili e poi forse (la dubitativa è sempre efficace) io potrei essere stato ben ammaestrato dalle molte cornate prese e poche date, soprattutto in famiglia… Ora un altro potrebbe dire - ma come rompi con queste balle personali!!! Chi se ne frega di quello che tu pensi (o meglio non pensi…) de “Il primo Re”!!! Già, come se qui stessimo parlando proprio di me… parlando di me… e non di una postura che ci ha fatto trovare sempre più a disagio su ogni concetto o circostanza.
  • Certo l’inconcepibile arcadia di un ridotto alla Giarabub, o la forzata koinè di castellani assediati dopo una rotta in pianura, non rende bene l’epopea di ciò che una volta era quasi sempre un riflesso condizionato univoco ed ancor più inequivoco alla lettura altrui, pur tra slanci tremebondi di differenza e di egemonia ed ora non è altro che la parcellizzazione elevata a regola, prima ancora in interiore… e la spesso sconfortata ammissione, quando addirittura non fortemente compiaciuta per trabordante ed incontenibile narcisismo, della differenza. Presumo di sapere che differenza e distacco siano misure ontologicamente diverse. Che lo siano anche coraggio ed avvedutezza, che lo siano infine utopia di comunità e registrazione d’inadeguatezza. Presumo, quindi… ma oltre la presunzione c’è il richiamo del vecchio navigante: occhio all’onda della pesanteur, essa non discrimina, non salva, non ricorda, non seleziona, ma travolge tutto e tutti, affoga, cancella ogni traccia, ogni distinzione, ogni distinguo. Che lo dica poi un presuntuoso, che vorrebbe magari continuare a spaccare parecchi capelli in quattro, forse troppo spesso per assettare improbabili ciambelle di salvataggio, non cambia certo l’avviso…